L’ego non può essere trasceso o risolto totalmente con la sola auto-osservazione.
L’ego ha infatti radici profonde, profondissime, che la sola analisi, non potrà mai e poi mai raggiungere. Il più delle volte è infatti proprio l’ego a filtrare l’osservazione dell’aspirante che cerca di trascendere e liberarsi dall’ego. I meccanismi e le capacità deformanti dell’ego sono talmente sottili e radicate, che nemmeno il più abile dei terapeuti o psicologi, riuscirebbe a vederlo. Un Maestro realizzato può vedere cose che altri non vedono, ma il punto rimane lo stesso: chi è imprigionato in un ego, sei tu e quindi la patata bollente è nelle tue mani. Alle volte sembra di aver fatto grandi passi e c’è chi addirittura dice di non avere un ego. A queste parole mi si ritirano le budella. Perché? Perché conosco la profonda e terrificante tana del drago. Non ho visto maestro spirituale in vita mia, senza ego. L’ego permane e si assottiglia a tal punto da diventare spirituale. E’ lui che elabora e devia la libertà, in nuove prigioni; più luminose, ma sempre prigioni. Anche quando credi di aver fatto quei così detti “grandi passaggi” , e non è che non li hai fatti, perché li hai fatti e lo sai, lui, l’ego, ha solo costruito un nuovo panorama. Questo ti fa credere per qualche periodo di aver raggiunto la meta, poi il limite si ripresenta. La mia visione e la mia esperienza rimane la stessa di sempre: se non perdi il controllo non cresci. Cosa significa questo? Significa che per rompere certi schemi è obbligatorio scuotere il contenitore. Arrivano momenti in cui vedi il limite, ma non sai come superarlo. Sei davanti ad un bivio: una delle due strade fa una curva e ti riporta al punto di partenza, l’altra è una strada ignota e terrificante. Non sai dove ti porta e sai che entrandoci, perderai le tue certezze, i tuoi appigli, i punti fermi e le convinzioni. Ogni cosa verrà messa in dubbio. Cosa fare? Quello che indico, ciò che vivo e sperimento è la resa, ma resa a cosa? Resa alla forza universale. Si tratta di quella forza che puoi avvertire nel sottosuolo delle tue riflessioni. Quella forza che si agita sotto la ragione dell’ego. Quella forza che temi. Temi il liberarla, ma sai, perché lo intuisci e perché ne hai avuto prova più di una volta, che lei c’è e vuole solo una cosa da te, che ti levi di mezzo. Non te, ma il tuo ego, ossia quello che continui a credere di essere tu. Se hai fatto certe esperienze, sai per certo che liberandola non potrai che sentirti più realizzato, ma l’ego non vuole. L’ego si aggrappa con tutte le sue forze a ciò che conosce. L’ego si manifesta in forma di riflessioni. Costanti dialoghi che rimbalzano da una credenza all’altra. Certi impazziscono li dentro. Ti sembra di non capire più nulla perché pensi una cosa e un’istante dopo pensi l’esatto opposto. Dovrei fare così, no, no dovrei fare l’opposto. La catarsi è quel momento di fiducia totale in cui lasci il controllo e invece di rimbalzare in questa dualità, imbocchi la via dell’ignoto, potente, dirompente uragano di un’energia che ti spinge oltre. Catarsi è anche quel momento in cui il tuo corpo, la tua mente, i tuoi dati stabili, vanno in frantumi. Tutto si scuote e non sai quando e come finirà. Questo modo di muoversi è conosciuto da chi pratica la Resa al Prana, ossia la resa alla forza universale. Ti lasci andare e permetti a questa forza di rompere tutto. Lo fai perché ti fidi e ti affidi. Ti affidi a Dio, che non è nessuno, se non la tua natura più profonda e impersonale. Ti lasci andare e lasci che tutto si muova con lei, la divina esistenza. Volevi esistere, volevi realizzarti, essere libero e felice? Bene, la resa è la via. L’ego ti racconterà una bellissima storia su quanto sia possibile realizzarsi in un’altro modo e tu gli crederai ancora e ancora, ma il limite sarà sempre più stretto e arriverà un giorno in cui quei lassi i tempo in cui respiri meglio, vedi un pò di luce, ti si apre il cuore, tocchi Dio, non ti basteranno più. Qualche minuto, per poi soffrire qualche altro mese, anno, vita. Non è questo ciò che consiglio. Il mio consiglio è quello di arrenderti alla Verità. La Verità è una e non puoi portarti con te il mondo delle tue idee. Se ti arrendi, il prana non può rimanere sommerso nell’oscura stanza della tua paura. Il prana, questa energia universale, chiede tutto e non puoi darglielo gestendo la situazione, come un commerciante disonesto che ti offre qualcosina alla volta. Non si libera alcun prana se cerchi di mantenere il controllo sulla tua meditazione o sulla tua situazione. Il prana viene rilasciato perdendo il controllo e accettando di lasciare al suo volere, qualsiasi fenomeno, fisico, emozionale o mentale, che avviene nella tua pratica. I meditanti vorrebbero raggiungere Dio o il Sè, rimanendo seduti e fermi, respirando pacatamente e aprendo mentalmente i chakra, ma questi fenomeni sono solo momentanei e ti lasciano soltanto attimi di congiunzione o unione. Tu mi dirai, ma quei Maestri risvegliati? Rimango della mia idea e continuo sul sentiero della Resa. Non c’è completa realizzazione senza resa all’energia universale. Puoi salire su una montagna e credere di essere arrivato, per poi cadere e capire che se non percorri il sentiero cadrai sempre e ancora. Ho fatto tradurre ultimamente il libro del mio Maestro: “Corpo Divino”, nel quale spiega chiaramente come la Consapevolezza del Sè, non sia stabile e non sia la fine. Egli, da cinquanta anni si arrende al volere dell’energia e ha raggiunto il Samadhi (unione con Dio) e ciò nonostante, lucidamente e con tutta serenità e onestà, non si mette su una poltrona a dire “Questo è tutto”; mi dice invece che il processo si ritiene concluso quando il corpo viene anch’esso trasformato dall’energia. Trasformato? Si trasformato, ma qui non mi addentro perché per molti di voi non c’è ancora stato nemmeno il primo passo. Quello che posso indicarti, se vuoi essere felice, è quello che ho detto: arrenditi al volere di quell’energia che si agita nel sottosuolo del tuo ego. Tu sei quell’energia stessa e quell’energia è il Sè nella sua natura espressa. Finché tutto di te: il tuo corpo, le emozioni, i pensieri e la realtà che hai intorno, sono sotto l’influsso e il controllo di prakriti (natura limitata), non c’è liberazione. Un essere Liberato può controllare tutta la natura, questo è quanto. Non perché voglia farci qualcosa, ma perché può. Può non mangiare, può non respirare, può esserci o non esserci, parlare o non parlare, agire o non agire, apparire o non apparire. Chi hai mai visto fare questo? Nessuno. Tuttavia se ne parla in molti libri antichi, ma le interpretazioni sono delle più disparate e ridicole. In te esiste un codice di ascesa, una sapienza infinita, ma puoi scoprirla solo arrendendoti. Non temere la catarsi e l’incertezza. Anche le mie spiegazioni possono intimorire il tuo ego. Bene, ho fatto un buon lavoro con te, sto aprendo uno spiraglio; riesci a vederci attraverso? Se riesci a guardare da quella crepa, allora ti fiderai e ti affiderai.
Vi lascio qui un link utile per conoscere e approfondire il tema
Harihar