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Yoga oltre lo spazio e il tempo

Yoga oltre lo spazio e il tempo
15 Aprile 2020 Harihar

La filosofia Yoga vede un’essere individuale come una entità completa, che include la natura fisica, mentale, intellettuale, emozionale e spirituale. La sua visione dell’individuo è molto più ampia di quella di qualunque altra filosofia perché vede le persone sia all’interno che all’esterno dei limiti di spazio e tempo. Vede una persona nella sua interezza e non solo come uno o alcuni dei suoi aspetti. La concezione finale è quella di “essere perfetto” con un corpo libero da malattia o decadimento e una mente grande come il cosmo, libera da ogni limitazione. In altre parole, un uomo Divino. Quindi, Yoga è un processo di crescita, schiusura, e presa di coscienza di un tutto, non di un essere parziale e in questo modo raggiungere la perfezione. La disciplina Yoga lavora gradualmente attraverso le sue varie tecniche per schiudere e sviluppare tutti gli aspetti che compongono l’essere umano: fisico, psicologico e spirituale. Il processo comincia al livello grezzo del piano fisico, per proseguire poi lentamente verso i livelli sottili e culminare al livello della consapevolezza cosmica. Ovviamente queste trasformazioni avvengono molto lentamente e di solito continuano per molti anni prima che uno realizzi il suo sé interiore. Lo stadio finale di perfezione, nel quale il sé individuale si fonde o diviene uno col sé Universale, è estremamente difficile. Rimane al di là delle possibilità anche dei più esperti maestri Yoga. Per questo solamente pochi raggiungono il livello di massima perfezione, dopo aver superato i vari stadi precedenti. Solo pochissimi eccezionali Yogi che hanno vissuto un incessante slancio attraverso sforzi costanti lungo molte vite, possono raggiungere un tale livello di perfezione. Per la maggior parte degli esseri umani ordinari rimane al di là di ogni comprensione, resta solo l’esperienza. Così, l’approccio dello Yoga è mirato a sviluppare la vera natura del sé, portando allo scoperto tutto il meglio che viene da dentro, in modo da condurre un imperfetto e finito essere umano verso l’Infinito e il Perfetto. La disciplina Yoga permette di distinguere tra il sé di ognuno e il vero sé, sviluppando la giusta capacità di distinzione e la giusta conoscenza. Questa capacità e conoscenza sorge spontaneamente dentro l’individuo attraverso la pratica Yoga. Esse nascono dalla concreta esperienza spirituale, che è più profonda ad ogni successivo stadio di pratica. La conoscenza acquisita dai libri o dai discorsi è mera comprensione. E’ svuotata dell’esperienza, ed è molto probabile che non sia corretta. Per di più questa conoscenza è legata alla memoria ed è spesso dimenticata o distorta col passare del tempo ed inoltre persa per certo dopo la morte. Al contrario, la vera conoscenza che deriva dall’esperienza dello Yoga è sempre vera ed essendo trascendentale, al di là della portata dell’intelletto e della memoria, non può essere dimenticata. Anche la catastrofe della morte non può distruggerla. Una volta che è sorta in un’anima, essa diviene eternamente legata con essa, anche nelle successive rinascite. Il principale fattore della pratica Yoga è l’utilizzo di tutte le risorse interne di una persona. Così, la disciplina dello Yoga è un viaggio interiore indipendente da ogni tipo di aiuto esterno. Le sue tecniche esterne, chiamate così, sono rivolte interamente al corpo e parzialmente alla mente; le sue tecniche interne sono rivolte parzialmente alla mente e interamente all’anima. Queste tecniche interne ed esterne assieme costituiscono il sistema scientifico dello Yoga, che è designato per uno sviluppo armonioso e completo del triplice aspetto dell’essere umano: corpo, mente e anima. Così, lo Yoga non riconosce il corpo, la mente e l’anima come componenti separati, ma tratta i tre livelli dell’essere umano come parti di un tutto. Si approccia ad ogni parte della natura umana non ancora sviluppata ed espande la coscienza umana al di là dell’ordinario livello di esistenza. Rende una persona completamente conscia e internamente consapevole del’“essere completo” attraverso l’esperienza sul piano spirituale o causale. Lo Yoga, dunque, non dovrebbe essere frainteso come una disciplina solamente fisica o mentale o anche solo puramente spirituale. Esso è un sistema unificato di tutte e tre. Cominciando con la purificazione fisica al livello grezzo, un allievo di Yoga progredisce attraverso le fasi successive di sviluppo mentale e spirituale. Grazie a questo approccio unificato, lo Yoga è spesso menzionato negli antichi testi come un processo attraverso il quale il corpo solido e gli elementi sottili della mente sono purificati ad un livello di completa integrazione con il Se interiore.

Obiettivi dello Yoga

Gli obiettivi dello Yoga possono essere interpretati in senso fisico, psicologico e spirituale, perchè hanno a che fare con il corpo, la mente e l’anima. L’interpretazione fisica si applica agli obiettivi preliminari dello Yoga, quella psicologica riguarda gli obiettivi intermedi, mentre quella spirituale si indirizza all’obiettivo finale della liberazione, che è l’obiettivo finale dello Yoga stesso. Questo significa che ci sono molti livelli di evoluzione lungo il sentiero dello Yoga. Un aspirante deve raggiungere questi livelli passo dopo passo. Partendo dal livello più basso, bisogna procedere gradualmente, dominando prima i livelli di base, poi quelli intermedi, e poi i più elevati. In più, quando si sta per raggiungere il completamento di un particolare stadio, solo allora si trovano i mezzi necessari per coprire la distanza che separa dal livello successivo. L’aspirante procede gradualmente, livello dopo livello, fino a che l’ultimo obiettivo della liberazione è raggiunto. Il primo obiettivo dello Yoga è quello di migliorare la salute del corpo e la resistenza fisica. E’ attraverso la purezza fisica e la costanza che la crescita mentale ha inizio. Poi, l’obiettivo intermedio è di armonizzare e integrare gradualmente i propri pensieri, emozioni, desideri, obiettivi, motivazioni, ragionamenti. Attraverso questo processo è possibile scoprire i potenziali nascosti della mente e dell’intelletto. Attraverso il dispiegarsi delle abilità mentali e fisiche di ognuno, l’aspirante può raggiungere lo stato di Auto-Realizzazione, lo stadio finale della purificazione, nel quale si diviene consci della dimora del sé o anima. Non ha importanza quanto estensivamente uno può purificare ed affinare il corpo fisico ed espandere le capacità della mente. Egli rimarrà sempre incompleto senza l’Auto-Realizzazione. E’ attraverso l’Auto-Realizzazione che si completa e diviene PERFETTO l’intero essere di ciascuno. La crescita spirituale è il fine ultimo dello Yoga. Per ottenere questo stadio di purificazione finale bisogna per prima cosa avere una completa esperienza del sè interiore. Per poi così fondere questo spirito individuale o Atma, con il sé Universale o Brahma, pur rimanendo nel corpo fisico. Lo Yogi in tal modo trascende lo stadio del semplice vedere e viene a conoscenza del Divino nella sua gloria incontaminata, fino a divenire il Divino stesso. Si può dire così che il principio cardine che ruota attorno allo Yoga, sia quello di fornire gli strumenti ad una persona per guidarla a trascendere le limitazioni del tempo e distruggere le barriere che dividono il suo sé individuale dal sé Universale.

Per la Filosofia Indiana nessuno è capace di alterare il Destino (Daiva) eccetto uno Yogi. Tutte le persone ordinarie devono accettare il Destino e i suoi effetti inevitabili. Nessun altro è forte abbastanza per andare contro ad esso. E’ considerato un aspetto integrante della Divinità, perchè regola le vite degli esseri viventi, dando a ciascuno in modo imparziale solo ciò che merita. Per questa vastità universale e questa complessità, va al di là della comprensione e persino dell’immaginazione umane. Il destino è strettamente correlato alle altre due forze determinanti dell’Universo: lo Spazio (Desha) e il Tempo (Kala). La forza universale del Destino dirige il processo evolutivo, produce cambiamenti nel mondo terreno, va alla deriva nell’immensità dello spazio, lottando contro le avversità del tempo in favore dell’esistenza collettiva. Un essere umano non è che un’infinitesima creatura messa di fronte all’immenso e imponente sfondo dell’universo stallare. Attraverso l’infinito gioco del Destino, un individuo può levarsi come un missile fino alle altezze del successo, o cadere come una meteora nelle profondità del fallimento. Con un singolo atto del Destino un principe può divenire un pezzente, o viceversa. Opera ciclicamente, su e giu, espandendosi e contraendosi. Ma il Destino non è né Divino né Demoniaco di per se stesso. Esso è stato generato dall’umanità attraverso i desideri e le azioni di questa e delle vite passate. Ogni persona prepara gli ingredienti del suo stesso futuro. Per questo motivo siamo così impotenti di fronte al Destino e i suoi effetti, sempre in totale accordo con le leggi metafisiche della creazione, su cui si basa. Così il Destino non è un concetto pessimista o fatalista nato dalla disperazione, ma è basato su una legge sottile di causa ed effetto che opera a livello metafisico. Un normale individuo con una coscienza limitata nel piano fisico non può percepire la presenza del Destino, che può essere soltanto compreso nella sua piena complessità da chi sia spiritualmente in stadio avanzato. Nello stadio trascendentale dello Yoga, o anche Unione con Dio, il Destino predeterminato di ciascuno comincia a dissolversi, fino a che alla fine lo Yogi è elevato completamente al di sopra della forza del Destino. A questo punto la distinzione tra Spazio e Tempo svanisce. Il Tempo non è più finito, e lo Spazio fisico non è l’unico livello della realtà. L’unica vera Realtà è l’Essenza Trascendente, o Brahma.

Uno Yogi può trascendere il Tempo

Quello Yogi eletto che riesca ad acquisire i più alti livelli dello Yoga raggiunge quello che è conosciuto come Corpo Divino (Divya Deha).  Questo essere ha a questo punto completamente trasceso le catene del Tempo e dello Spazio, l’ignoranza e la mortalità. Il veleno non può inquinare un essere del genere. Il fuoco non può bruciarlo; e neppure può essere affogato nell’acqua, o piegato o soffocato nella terra. Per il fatto che un corpo Divino va al di là di tutte le limitazioni biologiche e fenomenologiche, uno Yogi che ne possegga uno può materializzarsi e smaterializzarsi da e nell’etere a suo piacimento. I testi classici dichiarano che un perfetto Yogi che sia arrivato al corpo Divino vive oltre i cicli di vita di centinaia di Brahma, contando le loro vite come si conterebbero i semplici secondi. E un cosi tal Yogi non sarebbe neppure coinvolto nella totale cosmica dissoluzione molecolare che avviene alla morte di ogni Brahma. Il perfetto Yogi possiede tutti i poteri psichici maggiori e minori (Siddhi) descritti nei Sutra Yoga e in altri testi, che lo innalzano quasi al livello di uguaglianza di Dio stesso. I grandi mistici di quasi tutte le religioni hanno raggiunto questo stadio finale di emancipazione. Gesù, Mosè ed Elia sono alcuni dei mistici occidentali che hanno raggiunto il corpo Divino. In India, Nepal e Tibet ci sono numerosi personaggi storici che hanno raggiunto questo stato, e manifestano i segni specifici, i miracoli e i prodigi che lo confermano. Va al di là del proposito di questo lavoro di andare nel dettaglio nella descrizione della natura e delle proprietà del corpo Divino o di narrare alcune delle biografie di quei santi che lo hanno raggiunto.

Rajarshi Muniji

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