Dal testo “Kripalupanishad”
“Il sādhaka che ha ricevuto lo śaktipāta sperimenta anzitutto il prānotthāna che dà luogo, durante il dhyāna, ad una varietà di attività: eccitazione, tremori, dondolii; c’è chi esegue āsana, mudrā, si siede e poi rotea dondolandosi sulle natiche, o salta come una rana, danza, fa prāāyāma, ripete «Rama», «AUM» o altri mantra, ripete il nome di Dio, canta musica classica indiana, mormora, piange, ride, ruggisce, grida; alcuni siedono in bhūnamanāsana, o stanno a lungo in matsyāsana [posizione del pesce], o śavāsana [posizione del cadavere] o altre āsana; alcuni hanno visioni luminose, o terrificanti, o vedono flussi di luce, colori, hanno apparizioni fugaci di varie līlā di Dio, visioni di dei e dee, o del loro Guru, alcuni scivolano nel sonno, o sperimentano il sonno yogico, o svengono, o perdono il controllo della minzione, o hanno un’eiaculazione. Si attuano in questo modo molti processi fisici che conducono il sādhaka nelle regioni misteriose di dhyāna. Questi sono soltanto normali esperienze sul sentiero dello yoga”
Attraverso questa descrizione qualcuno può comprendere il perchè gli accadono certi fenomeni che non si sa spiegare. Quando il ricercatore vive e sperimenta il riattivarsi dell’energia vitale, accade che il corpo inizia a tremare, muoversi, sussultare e tanti altri processi descritti sopra. Se il ricercatore non ha una guida, sia essa fisica o lasciata scritta, può prendere paura e pensare che sta impazzendo. In realtà quello che accade è giusto e segna l’inizio del processo di Liberazione, ossia ila forza vitale si è liberata dai vincoli del controllo e se il ricercatore comprende che esiste un processo, può continuare a lasciarlo agire nel suo spazio di pratica. Questa energia continuerà quindi a lavorare per purificare il suo corpo fisico, la sua mente e in fine liberare l’anima dall’illusione. Questo si chiama Yoga Naturale.
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Harihar