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Il mio risveglio – Esperienza di Luca

Il mio risveglio – Esperienza di Luca
7 Gennaio 2020 Harihar

Si inizia l’Intensivo alla sera, Harihar parla di cosa succederà durante il corso e quella sera iniziano i cinque giorni di silenzio e di ricerca sulla domanda CHI SONO IO?.

Il giorno seguente tutto è difficile: la notte ho dormito male e durante il giorno sono sempre più stanco. Gli esercizi di auto-indagine iniziano subito alla grande e conoscendo
già il percorso vado subito al dunque, senza prendermi in fantasticherie mentali, ma stando solo in ciò che trovo nell’ascolto e nella presenza. Alla sera sono esausto, senza forze e con un forte mal di testa, ma la notte dormo profondamente.

Il giorno dopo mi sveglio con ancora il mal di testa, ma continuo con l’auto-indagine e piano, piano, scopro che non trovo più nulla. Sento un senso di vuoto, al punto che mi sento di essere il nulla. Il terzo giorno sento vicino il Risveglio, l’illuminazione tanto aspettata. Non c’era più niente, vuoto totale. Riuscivo ad appoggiarmi in questo bellissimo vuoto e tutto era perfetto, ma alla sera comincio ad arrabbiarmi: non capisco perché il risveglio ancora non arrivava. Tutto è a apposto, tutto è perfetto ma arriva anche la delusione.

Al quarto giorno mi sono sentito rassegnato e questo paradossalmente, mi ha permesso di fare il grande passo. Avevo capito di avere paura, paura di mollare, di lasciarmi andare completamente. Allora ho cominciato a studiare come fare per mollare la presa, per arrendermi completamente e ho compreso che dovevo abbandonare anche la ricerca; si perché anche l’azione di cercare mi impediva di mollare, e dopo tanti tentativi, alla sera, nella meditazione durante la passeggiata, è arrivato il momento tanto atteso: mentre guardavo il paesaggio tutto si è fermato. Le montagne, gli alberi, le persone che erano con me, i suoni e tutto quello che c’era intorno, sono diventate ME. Ero una unica cosa, un unico io. Sono scomparso come persona, non c’ero più e sono diventato tutto.
Pienezza.

Tutto era limpido e cristallino e tutto era Uno, anche il vuoto non era più vuoto, ma parte di quel tutto, quel divino tutto senza tempo. Pienezza, io sono pienezza, quel tutto pieno di tutto in una unica e sola coscienza. E la cosa più sorprendente è che IO SONO QUESTO e lo sono da sempre. Il riconoscimento è accaduto con assoluta semplicità e facilità. Una cosa semplice, normale, come se lo avessi visto miliardi di volte, ma che solo in quel momento me ne sono reso conto. Non so se ho usato le parole esatte per descriverlo, perché ci vorrebbero parole nuove, che non conosco. Ogni parola non è quella giusta, non è abbastanza per poter descrivere una verità cosi perfetta.

Le cose che mi hanno colpito di più di questa esperienza sono: che mi ero convinto di essere il vuoto e invece sono pieno, tutto. L’altra è l’assenza del tempo. Ho realizzato che il tempo non esiste, questa è la verità, e rapportata alla vita di tutti i giorni direi che è una grande fregatura!

Ero così carico di energia. Hari mi ha detto di condividere negli esercizi questa esperienza, fino alla fine dell’intensivo, per integrarla, farla mia, e più la descrivevo, più l’energia saliva. Non riuscivo quasi a controllarmi. Volevo gridarlo al mondo, volevo gridare, saltare, muovermi, ballare, piangere, ridere; era incontrollabile. Quella notte ho fatto fatica ad addormentarmi: continuavo a ridere, a piangere, a pensare a chi fossi e a rivivere l’esperienza del Sè. Ho dormito solo qualche ora da quanta energia avevo e Hari mi ha detto che si stava risvegliando il Prana, l’energia divina. All’improvviso ho avuto una cosa molto simile ad un orgasmo. Una forza che nasceva dai genitali, dal primo chakra. Un orgasmo bellissimo, che invece di scendere, saliva dall’interno e mi piegava le gambe. Una forza potente e dopo qualche secondo un’altra volta e poi una terza. Non sapevo che cosa stesse succedendo ma mi piaceva. Con fatica mi sono riaddormentato, ma solo per poco perché dopo sono arrivate altre ondate, anche se meno potenti. Quando ho capito di cosa si trattava, ho pianto perché era una cosa bellissima: l’energia vitale, l’energia divina che ha trovato un corpo purificato in cui risvegliarsi e manifestarsi. Tutto questo mi fa capire che sono molto più di quello che credo, che devo trattare il mio corpo come fosse un tempio e amare me stesso come si ama una divinità. L’ultimo giorno poi era pieno di energia, e anche se ho dormito poco non sentivo per niente la stanchezza. Sono uscito dall’Intensivo con la consapevolezza di una grande verità in cui in ogni momento posso appoggiarmi. Dedico a Enrico, un caro amico che ha lasciato il corpo, questo Intensivo e queste esperienze, ripensando e rivivendo gli Intensivi fatti assieme. Mi sembra di aver vissuto queste esperienze assieme a lui.

Con infinito amore e gratitudine.

Luca

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